Una singolare faccia dell’altruismo.
Gli esseri umani sono una specie fortemente cooperativa, in cui l’altruismo è una componente importante, in grado di cementare le relazioni sociali. Tuttavia, tale atteggiamento sociale avrebbe una forte variabilità e dipendere dal sesso, dall’etnia, dalla cultura, dal livello di scolarità e anche dal livello socioeconomico della persona. L’altruismo, infatti, sembra più diffuso nei soggetti con un basso status sociale, secondo uno studio pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” da Ana Guinote e altri nel 2015: “Social status modulates prosocial behavior and egalitarianism in preschool children and adults” .
La disposizione al comportamento prosociale si intreccerebbe quindi con la percezione della propria posizione all’interno della gerarchia sociale in cui si è inseriti, secondo meccanismi che sono stati osservati anche nei primati.
Per chiarire in che modo lo status influenzi il comportamento prosociale, Guinote e colleghi hanno condotto diversi esperimenti. Complessivamente, gli esperimenti mostrano che i soggetti di più basso livello sociale hanno un comportamento prosociale più spiccato e sostengono con più probabilità i valori dell’equità sociale e dell’egualitarismo, anche quando lo status è una condizione provvisoria e manipolata dagli sperimentatori. Un aspetto importante di questo risultato è che le differenze comportamentali fanno la loro comparsa molto presto nel corso dell’infanzia, e cioè all’età di 4-5 anni.