Arteterapia: ciò che non può la parola.
Le ricerche sperimentali sulla sindrome di Alzheimer e i suoi molteplici aspetti, di cui riferisce un dettagliata relazione dell’Università di Pittsburg, e le pratiche promossi da molteplici cenri stanno dimostrando che le arti creative – la pittura, la musica, la danza e anche le visite ai musei – possono avere un impatto positivo sui sintomi della malattia e migliorare la qualità della vita dei malati di Alzheimer.
“Qualsiasi tipo di terapia che aggiri la rilevanza della parola parlata è preziosa. Anche se spesso hanno bisogno di assistenza, possono comunicare attraverso la musica e l’arte“, affermano le operatrici di musicoterapia dei vari centri operativi.
Partecipare a programmi artistici o musicali non curerà l’Alzheimer, ma i pur pariziali miglioramenti nelle funzioni cognitive o cerebrali, sono una buona strada per ritardare i sintomi e forse migliorare alcuni sintomi. Se le arti hanno un’influenza sull’umore o sulla qualità della vita o su aspetti della soddisfazione della vita, questo è un risultato molto importante che non va trascurato nella ricerca sulla demenza.